Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIV – 26 novembre 2016.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

Scoperto un circuito che calibra l’intensità delle memorie spiacevoli. La forza dell’apprendimento di esperienze sgradevoli e spiacevoli è proporzionata all’intensità dell’affetto negativo generato, ma il meccanismo mediante il quale il cervello regola questa proporzione è rimasto fino a questi giorni ignoto. Takaaki Ozawa e colleghi hanno individuato un circuito a feedback che, dall’amigdala centrale, attiva una specifica popolazione di neuroni del grigio periacqueduttale del mesencefalo implicata nella modulazione del dolore, per regolare la forza di queste memorie. [Ozawa T., et al. Nature Neuroscience AOP doi: 10.1038/nn.4439, 2016].

 

Bambini con acidemia propionica sviluppano sintomi autistici. In modelli animali l’ingestione di acido propionico innesca un comportamento anomalo che ricorda i tratti dell’autismo umano. Witters del Dipartimento di Pediatria dell’Università di Lovanio e colleghi, hanno rilevato aspetti autistici in 8 casi su una serie di 12 diagnosticati di acidemia propionica. I ricercatori suggeriscono lo screening per i disturbi dello spettro dell’autismo per tutti i bambini diagnosticati di acidemia propionica. [Mol Genet Metab. AOP doi:10.1016/j.ymgme.2016.10.009, 2016].

 

Identificato il meccanismo che induce il desiderio di assumere sodio nel topo. L’appetito del sodio ha un importante valore per la sopravvivenza dei mammiferi e in precedenti studi è stato riconosciuto un ruolo alla segnalazione oppioide per questa funzione nel ratto, anche se non era stata identificata né la sottoclasse recettoriale né la sede cerebrale. Craig M. Smith e colleghi di un team australiano hanno scoperto che la segnalazione legata al recettore mu (MOR) è responsabile di tale appetito. I ricercatori hanno poi rilevato e documentato che, durante la soddisfazione del desiderio di sodio, è attivata l’amigdala centrale e, nei topi con deficit di sodio, la segnalazione MOR dei neuroni di questa divisione nucleare del complesso amigdaloideo promuove l’assunzione di sodio [Smith C. M., et al., PNAS USA doi:10.1073/pnas.1616664113, 2016].

 

Perché molte donne schizofreniche tendono ad ingrassare? Una risposta sorprendente è venuta dall’alimentazione ricca di grassi di un modello murino di schizofrenia, ossia topi esprimenti il gene di rischio per questa psicopatologia, neuregulina 1. La dieta ricca di grassi, che ha indotto aumento del peso corporeo e intolleranza al glucosio, migliorava nelle femmine alcune prestazioni cognitive. [Cfr. Holm-Hansen S., et al., Genes Brain Behav. 15 (3): 295-304, 2016].

 

Neuroglobina: dalla sua scoperta nel 2000 alle nuove acquisizioni di rilievo terapeutico. Nel 2000 fu scoperto nel cervello del topo e dell’uomo il terzo membro della famiglia delle globine, una proteina monomerica strutturalmente simile alla mioglobina e alle catene α e β dell’emoglobina, alla quale si diede nome di neuroglobina per la sua localizzazione cerebrale. Dalla scoperta, oltre 500 studi sono stati pubblicati sulla sua struttura, espressione, reattività e localizzazione. Gli esperimenti in vivo hanno dimostrato che alti livelli di questa proteina proteggono sia il cuore che il cervello dai danni ipossico, ischemico e derivante dallo stress ossidativo, mentre bassi livelli aggravano i danni tessutali. Nonostante alcuni risultati contraddittori, si ritiene che l’iperespressione di neuroglobina protegga i neuroni dalla disfunzione mitocondriale e da patologie neurodegenerative, come la Malattia di Alzheimer, e agisca da scudo verso le cellule neoplastiche. Ascenzi e colleghi, nella loro rassegna, osservano che il recente riconoscimento di interattori e induttori amplia il ruolo della neuroglobina e suggerisce nuovi approcci terapeutici per prevenire la morte cellulare dei neuroni. [Mol Aspects Med. – AOP doi. 10.1016/j.mam.2016.10.004, 2016].

 

Prima dimostrazione funzionale nel granchio di una comune origine filogenetica dei centri della memoria di alto ordine. I corpi emiellissoidi (HB) dei crostacei, omologhi dei mushroom bodies (corpora peduncolata) degli insetti, si ritiene abbiano un’origine ancestrale comune con la corteccia cerebrale dei mammiferi su base genetica ed anatomica. Maza e colleghi di un gruppo di Buenos Aires hanno dimostrato nel granchio Neohelice tracce di memorie dipendenti dal contesto, fornendo la prima evidenza funzionale di questo rapporto evolutivo fra artropodi e mammiferi [Cfr. PNAS USA - AOP doi: 10.1073/pnas.1612418113, 2016].

 

Il gatto domestico (Felis silvestris catus) può affezionarsi al padrone come un cane? Potter e Mills, dopo lunghi studi che li hanno portati a modificare ed adattare un test di vasto impiego per dimostrare il legame di bambini e cani con coloro che si prendono cura di loro (SST, Ainsworth Strange Situation Test), hanno condotto esperimenti con procedura cross-over su venti diadi gatto-padrone. I risultati sono inequivocabili: nessun segnale specifico di attaccamento dei gatti ai loro padroni. Questo esito è coerente con il precedente rilievo di tendenza all’autonomia dei felini che non fondano su altri il proprio senso di sicurezza. [PLoSOne 10 (9): e0135109, 2016].

 

Depressione nelle donne di mezza età. Una revisione della pubblicistica scientifica su questo argomento ha messo in evidenza alcuni aspetti rilevanti, a partire dalla considerazione che la depressione è una delle cause principali di disabilità dovuta a malattie nella donna, e che nel sesso femminile si ha una probabilità doppia di andare incontro ad un episodio depressivo rispetto a quello maschile. La differenza comincia in età giovanile e persiste nel tempo durante la mezza età. La prevalenza risulta particolarmente alta durante la transizione fisiologica legata al periodo della menopausa, tuttavia non vi è un consenso generale sulla diretta associazione con lo stato riproduttivo, probabilmente per l’eterogeneità patogenetica dei campioni e per differenze metodologiche che generano numerosi fattori di confusione. Un altro aspetto problematico è dato dal fatto che la relazione fra ormoni sessuali e neurotrasmettitori, innegabile e provata, è tuttavia complessa e difficile da schematizzare. Fra queste difficoltà emerge, però, un generale consenso circa l’efficacia del trattamento con estrogeni, al punto che dovrebbe essere preso in considerazione in terapia psichiatrica, ovviamente nelle dosi opportune e per la giusta durata in rapporto all’età e agli effetti collaterali e indesiderati. [Sassarini D. J., Maturitas 94: 149-154, Dec., 2016]. Infine si veda, per quanto concerne gli uomini, la provata efficacia del testosterone (Note e Notizie 26-11-16 Il testosterone ha efficacia antidepressiva ed influenza neuroplastica).

 

Notule

BM&L-26 novembre 2016

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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